(English original here: Return2Surce) – Questa è la conclusione cui si giunge dalla lettura della vergognosa copertura dei disordini in Siria dalla pletora di gruppi apparentemente di ‘sinistra’ negli Stati Uniti. Allo stesso modo di gruppi come International Socialist Organization (ISO) che hanno rivelato il loro truce liberalismo riguardo alla Libia, questo coro dei gruppi di ‘sinistra’ si è unito ancora una volta in difesa del movimento di opposizione siriano, che ha iniziato le proteste contro il governo del presidente Bashar al-Assad alla fine di marzo.
Forse l’aspetto più frustrante di articoli come “Repressione e sfida nella Siria di Assad“, scritto per Socialist Worker dal membro dell’ISO Yusef Khalil, il 25 aprile 2011, è che riprende la posizione fasulla dell’ISO sulla Libia, concedendo il sostegno de facto all’invasione imperialista della NATO. Anche se ci aspettavamo questo da un gruppo di ‘sinistra’ che ha definito il crollo dell’Unione Sovietica un evento di cui “avrebbe dovuto gioire ogni autentico socialista“, il loro continuo abbraccio della linea occidentale sul Medio Oriente, dimostra che l’ISO è non una legittima organizzazione antimperialista. (1)
Un attento esame della Siria porta a tre conclusioni importanti: (1) i marxisti-leninisti e gli anti-imperialisti devono inequivocabilmente sostenere il governo del presidente Assad contro l’opposizione finanziata dagli USA, (2) il governo del presidente Assad è lo stato più progressista in Medio Oriente, e (3) le posizioni dell’ISO respingono leninismo e offre supporto de facto all’aggressione imperialista verso la Siria.
La ‘sinistra’ occidentale si vergogna di sé sulla Libia
L’invasione NATO della Libia ha imbarazzato molto i gruppi di ‘sinistra’ in tutto l’Occidente. Prevalentemente bianchi e dal carattere di classe piccolo-borghese, questa perdenti associazione di liberali mascherati da socialisti e accademici, hanno sostenuto il movimento di opposizione libico contro il governo del colonnello Muammar Gheddafi, fin dal momento in cui esplode. Infatti, il presidente Barack Obama, il primo ministro David Cameron e il presidente Nicholas Sarkozy hanno ringraziato l’ISO per aver inventato lo slogan che hanno strombazzato, coll’editoriale del 14 aprile a favore della guerra: “Gheddafi Must Go!” (2) (3)
Nonostante le tremende dimostrazioni del contrario, questi gruppi di ‘sinistra’ hanno esaltato il carattere rivoluzionario della ribellione e hanno stupidamente minimizzato la possibilità di un intervento imperialista occidentale. Immanuel Wallerstein, l’accademico preferito da molti gruppi di ‘sinistra’ in America, ha scritto un articolo che sarebbe particolarmente divertente da leggere a posteriori, se non fosse così tragicamente sbagliato. Dal titolo “La Libia e la sinistra mondiale“, Wallerstein scrive:
“Il secondo punto errato nell’analisi di Hugo Chavez è che non ci sarà alcun significativo coinvolgimento militare del mondo occidentale in Libia. Le dichiarazioni pubbliche sono tutte bolle di sapone, progettate per impressionare l’opinione interna. Non ci sarà una risoluzione del Consiglio di sicurezza perché la Russia e la Cina non lo permetteranno. Non ci sarà alcuna risoluzione della NATO perché la Germania e alcuni altri, non lo permetteranno. Anche atteggiamento militante anti-Gheddafi di Sarkozy sta incontrando resistenze in Francia.” (4)
Tra i suoi molti errori, Wallerstein confonde le sue contraddizioni primarie e secondarie. Egli scrive che “Il problema quindi non è un intervento militare occidentale o meno. Il problema sono le conseguenze del tentativo di Gheddafi di reprimere ogni opposizione nel modo più brutale, nella seconda rivolta araba.” (4) Così, Wallerstein conclude “nonostante il richiamo dei falchi al coinvolgimento degli Stati Uniti, il presidente Obama si opporrà.” (4)
L’articolo di Wallerstein è imbarazzante. In realtà, il presidente venezuelano Hugo Chavez aveva correttamente avvertimento Gheddafi dell’intervento imperialista. Obama non ha “resistito” al desiderio imperialista di invadere la Libia. Russia e Cina l’hanno “permesso“, almeno nella misura in cui hanno rifiutato di porre il veto delle Nazioni Unite alla risoluzione sulla no-fly zone, la stessa risoluzione che Wallerstein ha detto non ci sarebbe mai stata.
Se il solo Wallerstein fosse un’anomalia! Socialist Worker, giornale dell’ISO, ha pubblicato un gran numero di articoli anti-Gheddafi nei giorni precedenti l’invasione della NATO. Facendosi in quattro per giustificare la causa dei ribelli libici’, Socialist Worker ha ri-pubblicato un articolo dal titolo assurdo, “L’Occidente teme la caduta di Gheddafi“, sulla prima pagina del suo sito web. (5) Come Wallerstein, l’articolo cerca di sostenere che le minacce della NATO erano solo un atteggiamento politico perché il governo di Gheddafi serve gli interessi dell’imperialismo. Inoltre, come Wallerstein, l’invasione della NATO ha completamente screditato il senso dell’articolo.
Inoltre, un quasi incoerente editoriale del Socialist Worker, del 9 marzo, dal titolo “Gli Stati Uniti non sono amici della rivolta in Libia“, sostiene che la NATO avrebbe solo invaso la Libia perché si sentiva minacciata dalla rivolta popolare. Si legge:
“La Libia è un anello della catena di rivolte popolari che spazzano il mondo arabo. La ribellione regionale ha lasciato gli Stati Uniti sconcertati nel rispondere alla caduta dei loro vecchi alleati in Egitto e Tunisia, e la possibilità che altre dittature appoggiate dagli USA, come in Bahrain e Arabia Saudita, potrebbero anche cedere alla rivolta. L’intervento in Libia avrebbe fornito al governo degli Stati Uniti con un’occasione d’oro dopo le battute d’arresto che ha subito.” (6)
L’ISO ha una errata posizione da “terza via” in Libia, sostenendo di denunciare l’invasione imperialista e al tempo stesso sostenendo che l’attuale governo libico “deve andarsene.” (3) Incapace di riconoscere che i ribelli libici lavorano attivamente nell’interesse del capitale dell’Europa occidentale, scrivono nello stesso editoriale, “Ecco perché stiamo con quelli della ribellione libica che chiedono agli Stati Uniti e alle altre potenze occidentali, di tenersi fuori.” (6)
Indipendentemente dal fatto a come tutti i ribelli effettivamente agiscono, i fatti sono in:
•I ribelli libici hanno sistematicamente bersagliato i migranti neri africani mutilandoli, torturandoli e linciandoli . (7)
•I ribelli libici hanno incontrato i leader occidentali, come la segretario di stato Hillary Clinton, e sono stati formalmente accolti da paesi imperialisti come Francia e Stati Uniti. (8) (9)
•I ribelli libici sono legati ad al-Qaida e altri gruppi fondamentalisti che, per inciso, storicamente hanno commesso atti di terrorismo contro il popolo libico e sono stati militarmente contrastati da Gheddafi. (10)
•I ribelli libici hanno la benedizione e il supporto tattico del capitale finanziario occidentale, dimostrato dalla disponibilità delle banche internazionali a congelare beni di Gheddafi e a prestare denaro ai ribelli. (11)
•La CIA ha e continua a lavorare a stretto contatto in Libia, al fianco dei cosiddetti ‘ribelli’. (12)
Di volta in volta, questi cosiddetti ‘sinistri’ sono andati a letto con gli strumenti reazionari dell’imperialismo. Quasi ogni gruppo che si oppone alle pretese dei governi, a cui l’ISO si oppone, può contare sul sostegno dell’organizzazione, a condizione che possano portare almeno un paio di centinaia di persone a una protesta. Il presidente Chavez aveva ragione sulla Libia perché capisce l’imperialismo. La ‘sinistra’ occidentale si vergogna, perché non lo fa.
I progressi sociali nella Repubblica Araba di Siria
Dalla sua fondazione nel 1973 dal parte del partito socialista arabo Baath siriano, la Repubblica araba siriana iniziò da subito a sostenere la lotta di liberazione nazionale palestinese e la lotta contro l’egemonia geopolitica di Israele. Un afflusso costante di profughi palestinesi, fuggiva dall’apartheid israeliano ed emigrava in Siria, dove godono di condizioni di vita “migliori che negli altri Paesi circostanti perché, a differenza di Libano e Giordania, sanità, istruzione e alloggi sono accessibili ai palestinesi in Siria.” (13)
I palestinesi non sono gli unici destinatari dell’assistenza siriana*. Il governo di Assad ha sempre usato la sua frontiera per aiutare la lotta di liberazione nazionale libanese, fornendo risorse e supporto tattico a Hezbollah durante la guerra del 2006 con Israele. In seguito all’invasione degli USA dell’Iraq, nel 2003, la Siria ha accolto favorevolmente 1,5 milioni di rifugiati iracheni, scacciati dalla guerra imperialista, e ha esteso i programmi sociali del paese anche a loro. (13) (13)
Sebbene la Siria non sia un paese socialista, il governo nazionalista Assad ha esercitato il diritto della nazione all’autodeterminazione, nazionalizzando le imprese e le fabbriche occidentali, usando la ricchezza della nazione per i programmi sociali radicali, tra cui “garantendo assistenza sanitaria, standard di vita ed istruzione.” (13)
Inoltre, i comunisti siriani hanno un ruolo importante nel governo e sono autorizzati a organizzare un partito separato dal Baath. A differenza dell’esperienza dei comunisti in Iraq, che hanno affrontato la repressione da parte dello Stato Baath, guidato dal presidente Saddam Hussein, i due partiti comunisti della Siria sono membri di spicco del Fronte nazionale progressista dominante, e hanno una rappresentanza in seno al Consiglio del Popolo della Siria.
I disordini in Siria sono il prodotto dell’imperialismo e dell’intervento occidentale
Anche se alcune piccole proteste sono cominciate a gennaio, solo alla fine di marzo i disordini in Siria hanno attirato seriamente l’attenzione dei media mondiali. Cablo recenti rilasciati da Wikileaks, tuttavia, confermano che l’Occidente ha svolto un ruolo di primo piano dell’opposizione siriana, per anni. Il Dipartimento di Stato USA ha “segretamente finanziato gruppi politici di opposizione siriani e progetti relativi, tra cui un canale televisivo satellitare che i trasmettesse programmazione anti-governativa nel paese.” (14) Questo canale finanziato dagli USA, Barada TV, ha avuto un ruolo centrale nel diffondere la propaganda anti-Assad, “è strettamente affiliata con il Movimento per la Giustizia e lo Sviluppo, una rete di esuli siriani con sede a Londra.” (14)
I cablo di Wikileaks confermano che “il denaro è stato assegnato almeno fino al settembre 2010“, dimostrando che il cambiamento di regime in Siria è la politica ufficiale dell’amministrazione Obama. (14) Barada TV che incoraggia e funziona come braccio organizzativo dell’opposizione siriana, è una testimonianza della centralità dell’imperialismo in questa cosiddetta ‘rivolta’. Se alcune delle persone dell’opposizione siriana hanno legittime rivendicazioni verso il governo del presidente Assad o meno, questo movimento avanza funzionalmente gli obiettivi dell’imperialismo: rimuovere un governo popolare anti-imperialista nel Medio Oriente.
Dato il sostegno del governo di Assad alle lotte di liberazione palestinese e libanese, l’occidente vede comprensibilmente la Siria come una minaccia all’egemonia in Medio Oriente. Tuttavia, la Siria non si è mai adattata alla rozza minaccia del fondamentalismo islamico, che gli Stati Uniti usano per alimentare la guerra al terrore. A differenza dei vicini come l’Iran, la Siria è uno stato laico che tutela esplicitamente i diritti dei musulmani e dei cristiani. Tuttavia, l’Occidente si oppone ferocemente al governo di Assad e teme l’acquisizione dell’energia nucleare, indicato nel 2008 dal bombardamento israeliano di un impianto nucleare siriano.
Se i disordini siriani avessero raggiunto un punto di ebollizione due settimane prima della Libia, la NATO avrebbe rivolto la sua attenzione al rovesciamento del governo di Assad, piuttosto che del governo di Gheddafi in Libia.
L’ISO sbaglia sulla Libia e sulla Siria
Non appena le proteste della Siria sono cresciute al punto di attirare l’attenzione dei media, l’ISO ha cominciato a sfornare articoli di denuncia del governo di Assad e a sostenere la cosiddetta ‘resistenza popolare’. Ignorando i fatti, che l’opposizione siriana è finanziata e orchestrata dagli USA, Yusef Khalil dell’ISO ha scritto un articolo per il Socialist Worker del 21 aprile:
“I manifestanti chiedono la libertà, la democrazia, la giustizia, l’uguaglianza e la creazione di un governo civile. Chiedono anche l’abolizione della legge d’emergenza, la legalizzazione di molteplici partiti politici, un’indagine su tutti coloro che sono coinvolti nell’uccisione di manifestanti pacifici e la fine della corruzione del governo. C’è molto poca fiducia nel governo o nella sua agenzia di stampa ufficiale, anche tra i propri sostenitori.” (15)
L’ultima frase è particolarmente significativa, in quanto l’implicazione della “scarsa fiducia nel governo o nella sua agenzia di stampa ufficiale” è che qualche altro organo d0infromazione avrebbe raccolto la fiducia dell’opposizione siriana, cioè Barada TV. Infatti, la feroce campagna di diffamazione da questo canale TV, finanziato dagli USA, minerebbe la fiducia di alcune persone nel governo, perché il suo obiettivo è quello di rovesciare il governo di Assad. Perché questo articolo di Socialist Worker, pubblicato quattro giorni dopo che Wikileaks ha rivelato che gli Stati Uniti stavano finanziando l’opposizione siriana, non menziona nulla di questa flagrante violazione della sovranità nazionale?
L’articolo di Khalil suona come qualcosa che ha scritto mentre scopriva la Siria per la prima volta. Periodicamente, scivola riferendo fatti che sono chiaramente scomodi per il falso quadretto che cerca di dipingere, e che timidamente cerca di confutare. Ammette che il governo di Assad “ha dato sostegno ai movimenti di resistenza libanesi e palestinesi contro Israele” e ha “posizionato la Siria in alleanza con l’Iran, in ostacolo agli interessi statunitensi e israeliani nella regione.” (15) La sua risposta è quella di chiamare queste azioni “contraddittorie e interessate“.
Tuttavia, l’articolo di Khalil compie una bizzarra (e opportunista!) giravolta quando cerca di spiegare perché il supporto della Siria per la Palestina e Hezbollah è “contraddittorio“:
“La Siria supporta solo la resistenza contro Israele dall’estero. Non permette alcun contrabbando di armi o attacchi contro Israele attraverso i propri confini. Anche quando non supporta le forze anti-israeliane, il governo siriano richiede il monopolio sulla resistenza.” (15)
Perplesso, Khalil contraddice decenni di polemiche dell’ISO contro quasi ogni insurrezione armata nel Terzo Mondo. (16) Inoltre, un’intervista al frequente collaboratore di Socialist Worker, Gilbert Achcar, del membro dell’ISO Paolo D’Amato, il caporedattore della International Socialist Review dell’ISO, accusa la Siria del contrario: “La Siria è ancora molto coinvolta in Libano, naturalmente. Questo è anche uno dei problemi della strategia di Hezbollah: i suoi legami con la Siria. La maggior parte delle forze dell’opposizione sono forze tutte filo-siriana, in realtà.”(17)
D’Amato sembrava condividere quello che Achcar stava dicendo. La sua domanda successiva su Hezbollah è più di una dichiarazione importante: “E loro [Hezbollah] vogliono fare del Libano un protettorato della Siria…” Achcar risponde:
“Sì, certo. Utilizzano questo tipo di retorica. E purtroppo è credibile a causa del fatto che pezzi importanti dell’opposizione sono costituiti da forze filo-siriane completamente marce. Questo è un problema enorme, ben lontano dal modo in cui alcune persone di sinistra nel mondo, hanno romanzato su Hezbollah durante la guerra.” (17)
Che critica opportunistico da fare a Khalil! L’ISO non supporta Hezbollah o altri gruppi di liberazione nazionale sostenuti dalla Siria, ma denuncia Assad per non sostenere abbastanza questi gruppi. Khalil capisce che i fatti non supportano le sue conclusioni, così opportunisticamente fa le cpriole sulla posizione dell’ISO di imporre una critica al governo di Assad.
In un altro articolo di quattro giorni dopo, Khalil scrive:
“C’è un mutamento di coscienza in corso in Siria, verso conclusioni rivoluzionarie. Si deve ancora raggiungere il punto di svolta ottenuto da tunisini ed egiziani, ma la traiettoria è inconfondibile. In città dopo città, in cittadina dopo cittadina, i manifestanti chiedono la caduta del regime.” (18)
Ancora una volta, l’articolo non menziona per nulla le rivelazioni di Wikileaks sul schiacciante sostegno degli Stati Uniti al movimento di opposizione. Inoltre, Khalil non menziona per nulla l’ondata di manifestazioni pro-governo che ha avuto luogo contemporaneamente e che ha sminuito le dimensioni delle proteste dell’opposizione. (19) L’omissione di questi fatti rivelano che l’ISO è più interessata a mantenere la coerenza teorica con la sua fallimentare visione trotzkista-cliffista di paesi come la Siria, che a un’analisi approfondita delle condizioni materiali.
Il governo di Assad ha un notevole sostegno popolare
La realtà materiale è che il governo di Assad è incredibilmente popolare tra le masse siriane. In una recente intervista con Russia Today, Anhar Kochneva, la direttrice di una azienda turistica di Mosca in Siria, ha detto che l’opposizione siriana:
“Nemmeno una volta ho incontrato qualcuno che avrebbe in alcun modo sostenuto questi tumulti, e badate bene, nel mio lavoro, mi occupo di tutti i tipi di persone. Ci sono molti veicoli con i ritratti del presidente che passano per le strade in tutto il paese – che vanno dai vecchi scassoni alle Porsche e Hummer nuove di zecca. Non si può costringere le persone ad agganciare ritratti. Significa che tutti, indipendentemente dal loro status e reddito, sostengono il presidente, piuttosto che la ribellione.” (20)
Kochneva passa a descrivere il livello pervasivo della manipolazione dei media legati alla rivolta siriana:
“Il 29 marzo, ho visto una manifestazione a Hama a sostegno del presidente – anzi, molte migliaia di uomini e donne, con i loro bambini, intere famiglie sono uscite. Le strade erano allagate dalla gente. E’ stato quasi uno shock vedere al-Jazeera che presenta manifestazioni a sostegno del presidente come se fossero proteste contro di lui.” (20)
I media occidentali e i loro alleati aziendali di al-Jazeera, operano in tandem con i governi imperialisti nel plasmare l’opinione pubblica, sia in Medio Oriente che in Occidente. Kochneva prende atto che la segretaria di stato Clinton, “ha dichiarato che se la Siria tagli i suoi rapporti con l’Iran e ritira il suo sostegno ad Hamas e a Hezbollah, le manifestazioni si fermerebbe il giorno successivo. Non hanno nemmeno la briga di tenere segreta la mano che istiga le rivolte in Siria.”(20)
La sinistra rivoluzionaria contro l’ISO
Immediatamente Venezuela, Cuba e la maggior parte della sinistra rivoluzionaria in America Latina, hanno denunciato i disordini in Siria e dichiarato esplicitamente la loro opposizione a un intervento straniero. (21) Inoltre, il Partito comunista siriano (Bakdash) ha rilasciato una dichiarazione inequivocabile a sostegno del governo di Assad, denunciando i disordini quali “forze reazionarie“, il cui scopo è:
“sfruttare episodi deplorevoli e alimentare disordini in varie parti del paese, utilizzando un metodo subdolo per attirare le masse, mescolando le richieste e gli slogan per le libertà democratiche con l’esigenza e gli slogan che sono chiaramente retrogradi, oscurantisti e provocatoriamente settaria nel senso, contrari all’idea di laicità e allo spirito di tolleranza che sono stati storicamente le caratteristiche distintive della società siriana.” (22)
Quando il presidente Assad ha tolto la Legge d’emergenza del paese, misura di difesa interna contro l’aggressione israeliana, il Partito comunista siriano ha “espresso il suo sostegno alle decisioni e alle indicazioni della direzione nazionale del partito socialista arabo Baath, tra i più importanti dei quali, nella sfera politica, sono la revoca dello stato di emergenza, la stesura di una legge per i partiti politici e la riforma della legge sui media.” (22)
Negli Stati Uniti, il WWP (Workers Wolrd Party) e il PSL (Party of Socialist Liberation) hanno entrambi rilasciato dichiarazioni che condannano l’intervento imperialista in Siria. Perché non l’ha fatto l’ISO?
Pur con tutte le sue radici trotzkiste, l’ISO fa una scarsa lettura di Trotzkij. In un’intervista con Mateo Fossa, del settembre 1938, la “Lotta antimperialista è la chiave della Liberazione“, Trotzkij spiega l’anti-imperialismo in modo sorprendente (e ironicamente!):
“In Brasile c’è ora al potere un regime semifascista che ogni rivoluzionario non può che guardare con odio. Supponiamo, tuttavia, che l’Inghilterra domani entri in un conflitto militare con il Brasile. Vi chiedo da che parte del conflitto sarà la classe operaia essere? Risponderò per me personalmente, in questo caso io sarò dalla parte dei del Brasile “fascista” contro la “democratica” Gran Bretagna. Perché? Perché il conflitto tra di essi non sarà una questione di democrazia o fascismo. Se l’Inghilterra dovesse essere vittoriosa, lei metterà un altro fascista a Rio de Janeiro e porrà doppie catene al Brasile. Se il Brasile, al contrario, dovesse essere vittorioso, darà un forte impulso alla coscienza nazionale e democratica del paese e porterà al rovesciamento della dittatura di Vargas. La sconfitta dell’Inghilterra al tempo stesso darebbe un colpo all’imperialismo britannico e darà impulso al movimento rivoluzionario del proletariato britannico. In verità, si deve avere la testa vuota per ridurre gli antagonismi e i conflitti militari nel mondo alla lotta tra fascismo e democrazia.” (23)
Quando l’ISO sostiene che l’opposizione siriana “esige libertà, democrazia, giustizia, uguaglianza e la creazione di un governo civile“, rientra nell’insidia della ‘testa vuota’ che “riduce gli antagonismi e i conflitti militari nel mondo alla lotta tra [il governo di Assad] e la democrazia.”
Il trotskismo è estraneo al marxismo-leninismo, ma da nessuna parte è così estraneo come la fraudolenta ideologia cliffista dell’ISO. Di volta in volta, le loro linee giocano con l’imperialismo e tradiscono l’orientamento politico liberale dell’organizzazione. Socialist Worker continua ad agire come anteprima delle dichiarazioni di Obama della settimana successiva.
La sinistra rivoluzionaria deve supportare il governo di Assad contro l’intervento occidentale, compreso il finanziamento dell’opposizione siriana.
Note
(1) Socialist Worker, settembre 1991; citato da Workers Vanguard, n. 866, 17 marzo 2006, “Parliamentary Cretinism ISO Goes All the Way with Capitalist Greens”.
(2) Obama, Cameron, Sakozy, The New York Times, 14 aprile, “Libya’s Pathway to Peace”.
(3) Socialist Worker, 28 febbraio 2011, “Rallying for the Libyan People”.
(4) Immanuel Wallerstein, 15 marzo 2011, “Libya and the World Left”.
(5) Richard Seymour, 24 febbraio 2011, “The West’s fear of Qaddafi’s fall”.
(6) Socialist Worker, editoriale del 9 marzo 2011, “The US is no friend to the Libyan uprising”.
(7) Al-Jazeera, 28 febbraio 2011, “African migrants targeted in Libya”.
(8) BBC News, 6 maggio 2011, “Clinton meets Libyan opposition figure Mahmoud Jibril”.
(9) Turkish Press, 21 marzo 2011, “France formally recognizes Libyan opposition group”.
(10) Praveen Swami, Nick Squires, Duncan Gardham, The Telegraph, 25 narzo 2011, “Libyan rebel commander admits his fighters have al-Qaeda links.”
(11) Alexander Cockburn, 15-17 aprile, “What’s Really Going on in Libya?”
(12) CNN Wire Staff, 30 marzo 2011, “Source: CIA operating in Libya, in consultation with opposition”.
(13) Sara Flounders, Workers World, 5 maggio 2011, “Events in Syria – Which Side Are You On?”.
(14) Craig Whitlock, Washington Post, 17 aprile 2011, “US secretly backed Syrian opposition groups, cables released by WikiLeaks show”.
(15) Yusef Khalil, Socialist Worker, 21 aprile 2011, “The Syrian Revolution spreads”.
(16) Freedom Road Socialist Organization, “Revolution in Colombia: ISO Stands on the Wrong Side,” 2008
(17) Paul D’Amato, International Socialist Review, Issue 52, Marz –Aprile 2007, “Interview with Gilbert Achcar Lebanon and the Middle East crisis”.
(18) Yusef Khalil, Socialist Worker, 25 aprile 2011, “Repression and defiance in Assad’s Syria”.
(19) Reuters, 29 marzo 2011, “Syria mobilizes thousands for pro-Assad marches”.
(20) Russia Today, 29 aprile 2011, “Western media lie about Syria – eyewitness reports”.
(21) Rodolfo Reyes, Cuban Ambassador, Published in Monthly Review, 29 aprile 2011, “Cuba Opposes Any Foreign Interference in Syria”.
(22) Syrian Communist Party (Bakdash), Published in Monthly Review, 25 marzo 2011, “Regarding Syria”.
(23) Leon Trotsky, Settembre 1938, “Anti-Imperialist Struggle is Key to Liberation“.
#-Nota del Traduttore, ciò spiega perchè bersagli preferiti dai cecchini e dagli squadroni della morte islamisti anti-Baath siano proprio i medici e gli ospedali.