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Comunicato del Ministero dell’Informazione della Repubblica Araba Siriana

 All’alba di mercoledì 27 giugno 2012, i gruppi terroristici armati hanno assaltato la sede del canale satellitare Ikhbariyah nella periferia di Damasco ed hanno assassinato alcuni giornalisti, tecnici e guardiani della sede. Hanno piazzato ordigni esplosivi negli studi televisivi, negli uffici amministrativi e nelle stanze delle apparecchiature tecniche e li hanno fatti esplodere, distruggendoli completamente, poi hanno appiccato il fuoco ai resti. Infine hanno legato mani e piedi ai dipendenti del canale, ne hanno rapiti alcuni e hanno sparato addosso agli altri a sangue freddo.

Il Ministero dell’Informazione, nel comunicare quanto accaduto e nell’annunciare la morte dei martiri della parola libera e dell’Informazione onesta e nazionalista, colloca questo efferato crimine tra i crimini contro i diritti dell’uomo, i codici deontologici giornalistici e la professione giornalistica. L’aggressione criminale alla libertà dell’informazione, ai suoi dipendenti e alle sue istituzioni giunge in concomitanza e in completamento con i tentativi di vietare l’informazione nazionale siriana ai canali digitali, che si traducono direttamente con le sanzioni intraprese contro questo canale ed altri, emesse ieri sera dal Consiglio dell’Unione Europea contro l’Ente Generale della Televisione e della Radio in Siria, e prima ancora contro la televisione satellitare siriana e contro il canale privato Al Duniyah.

I reiterati tentativi di far tacere l’informazione siriana ed impedirle di riportare la verità, integra ed onesta, direttamente all’opinione pubblica siriana, araba e mondiale, sono destinati al fallimento e alla delusione, in base alla credibilità di questo canale libero e al suo sostegno da parte dei siriani onesti.

In base a ciò, il Ministero dell’Informazione siriano invita il Consiglio dei Ministri arabi dell’Informazione ad assumersi la propria responsabilità e a sostenere la completa verità dell’aggressione contro i giornalisti che sono morti, che sono stati rapiti e che sono rimasti feriti nell’incidente,  e a svolgere il loro ruolo nel garantire la professione giornalistica, la sua libertà, la trasmissione satellitare, la vita dei giornalisti, la loro sicurezza e la loro incolumità, in qualsiasi luogo.

Il canale siriano Ikhbariyah, l’Informazione siriana e le anime dei martiri rimarranno fari nazionali e umani, malgrado l’odio e il terrorismo.

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