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Hamas e l’attacco alla Siria

Dopo l’assassinio di Vittorio Arrigoni da parte dei salafiti operanti a Gaza, ma non so se sia stato l’unico “avvertimento”, erano cominciati segnali di smottamento verso nuove alleanze “strategiche” con Qatar, Arabia Saudita ed Emirati. Per me, che vedo negli abitanti di Gaza e nel loro martirio la maggior vergogna politica, culturale ed umanitaria del cosidetto “occidente” e che ho conosciuto ed apprezzato sia Mesha’al, il Presidente dell’Ufficio politico di Hamas, che Hanjeh, il presidente del Governo Palestinese, ognuno di quei micro spostamenti è stato fonte di malessere e preoccupazione. In un Convegno a Milano confutai persino il prof. Carlo Remeny, che aveva già collocato Hamas nell’orbita USraeliana.

Purtroppo, per la Palestina, per il mondo arabo e per tutto l’Islam, con la nota che sotto riporto, relativa alle dichiarazioni di Mesha’al, durante l’incontro con Erdogan a Istambul, cadono i dubbi e la speranza che si trattasse di equivoci e forzature Saudite.
Ora il mosaico si completa e diviene, drammaticamente, più chiaro (1).

Con l’avvenuta concentrazione di potere nelle mani della grande finanza globalizzatrice, il “caso” può ora incidere e determinare solo avvenimenti e fatti secondari, occorre quindi basare la riflessione su quanto conosciamo dei progetti e strategie messe a punto dai pensatori, alla Kissinger e Brezynski, che indirizzano CFR, Bilderberg, Trilaterale e le altre istituzioni private e segrete (loro le chiamano più elegantemente “a porte chiuse”) attraverso le quali le grandi famiglie della finanza mondiale ci governano (solo chi vuole restare in ipnosi, può ancor credere che Governi e Parlamenti Nazionali, siano luoghi in cui i paesi già globalizzati possano ancora esprimere una loro sovranità) .

Con il raggiungimento dell’obiettivo di far implodere l’URSS, sono passati allo sviluppo della teoria della globalizzazione, la cui attuazione ha bisogno di reprimere e annullare le resistenze politiche, economiche, culturali e religiose.
Lo shock dell’esplosione delle due (tre) torri, con le migliaia di morti che comportò fu un efficacissimo strumento di comunicazione e persuasione di massa, facendo diventare l’attacco al mondo islamico una necessità di Nuovo Ordine Mondiale, di lotta al terrorismo e di approvvigionamento energetico “per i popoli democratici” e civili.

Ma l’occupazione dell’Iraq e dell’Afghanistan si sono rivelate molto più difficili del previsto sia sul piano militare, che economico e culturale, ed è subito emersa la necessità di trovare una via d’uscita, anzi, molteplici vie d’uscita, da quelle situazioni. Fu quindi deciso: di spogliare i paesi delle loro ricchezze , passandole ai Trust e Corporation USraeliane, Giapponesi, Australiane, Canadesi, ecc.; di insediare e fidelizzare con la corruzione e la soggezione una sorta di proconsoli dotati di media, esercito e polizia propria (morissero loro invece dei giovani americani e/o paesi sotto il controllo USraeliano, in modo da bypassare la sindrome Vietnam); il nascere di partiti fintamente contrapposti , da loro finanziati ed eterodiretti. Questa variante tattica fu inaugurata con la collocazione di una bomba che fece una strage in una moschea sciita, lasciano rivendicazioni/tracce e diffondendo notizie che indicavano i Sunniti come autori, e il giorno dopo, “per vendetta”, fu fatto il contrario.

Tutti coloro che sono un po’ informati sulle attività di CIA e Mossad, sanno che la ormai famosa Al Qaeda, quella di Bin Laden, è una loro invenzione, ma non tutti sanno che Arabia Saudita, Qatar, Bahrein ed Emirati, oltre ad essere quanto di più lontano possa esservi da valori e principi democratici, sono anch’essi “invenzioni” e strumenti mantenuti in piedi, armati e guidati da USraele, Inghilterra e Francia, che si avvalgono dei servizi segreti e delle bande armate salafite per le operazioni un tempo affidate solo alla criminalità organizzata od a propri “007”; mentre alle famiglie reali ed alle camarille di palazzo sono lasciate delle accise sul petrolio e l’autorizzazione/libertà di saccheggiare e tener soggiogato il loro popolo.
A questi paesi, al fine di passare dalla soluzione tattica afghano-irachena ad una fase strategica è stato assegnato il ruolo di finanziare e coordinare un allargamento e una fase di recrudescenza, non solo teorica, della divisione tra Sciiti e Sunniti, i due maggiori rami, o scuole di pensiero religioso, dell’Islam ( negli hadith del Profeta erano già state previste le numerose divisioni che sarebbero venute).

In Libia ha debuttato la nuova strategia USraeliana (2), imposta anche agli Stati della Nato, ora replicata per la Siria. Non so se già allargata o allargabile a SEATO e alle altre quattro alleanze militari Usa dell’Asia e del Pacifico (considerato “lago” americano).

Le forze armate USraeliane e Nato non entrano nello Stato da occupare /eliminare (preventivamente definito “canaglia”, soprattutto se dotato di propria moneta di proprietà statale), ma si comincia a minarli dall’interno, con l’attività dei servizi propri e degli stati arabi e Nato più affidabili (quelli italiani furono esclusi poiché eravamo legati da ottimi accordi economici e militari con Gheddafi ed il nostro tradimento non era ancora avvenuto, ma poi ci rifacemmo con il record dei bombardamenti e dei libici uccisi), che attivano i propri infiltrati nei gruppi e movimenti politici, economici e religiosi, critici con il Governo, utilizzando anche Internet e l’attività dei movimenti controllati dai grandi centri “culturali” creati da Soros, e dai vari Rothschild, Rockefeller, ecc… (3).

Ottenuti i primi incidenti e realizzati i primi attentati terroristici, e mentre le spie che diventano a rischio vengono portate fuori e vanno a costituire i nuclei maggioritari dei comitati dei ribelli “pret à porter”, con sede a Parigi, Londra e Roma, con funzioni di Governo provvisorio in Esilio, entra in finzione la macchina mediatica che presenta al mondo la “repressione” e la “violazione dei diritti umani” , immagini elaborate a Riad (da Al Jazeera) o direttamente a Hollywood o Tel Aviv (come si è poi appreso), mentre i testi dei comunicati su quanto avviene in Libia e sui “crimini del regime”, nonché i comunicati degli insorti, sono elaborati dai servizi e diffusi dall’Aspen Institute.

Le operazioni militari e terroristiche sul terreno sono interamente delegate a gruppi locali, uniti da fede religiosa non sciita, armati, addestrati, finanziati e integrati da mercenari provenienti da altri stati arabi, alleatisi con Usraele; dopo la conquista di una testa di ponte vengono dotati di missili e armi pesanti dai paesi Nato e dai paesi arabi filo-usraeliani accompagnate da ufficiali capaci di manovrarle, forniti dai rispettivi eserciti e/o dalle industrie belliche.
La questione principale da porci non è come possano dei leader arabi allearsi con USraele, visto che ciò non è cosa recente e che il loro personale tornaconto è cosa scandalosamente acclarata; ma piuttosto come fanno persone che dichiarano la loro fede in Allah, che impone la ricerca della giustizia e della verità per avvicinarsi alla perfezione di chi li ha creati a sua immagine e somiglianza, a uccidere altri musulmani su ordine dei seguaci del dio denaro propugnatori dell’ingiustizia e della menzogna?

Io mi sono posto questo interrogativo e l’ho posto ad ex amici, compreso un musulmano sciita incontrato a Teheran durante la Conferenza sulle “Primavere Arabe”.

Orbene, la risposta di quest’ultimo ( che accusava Gheddafi dell’uccisione dell’Imam libanese Moussa Sadr- scomparso in Libia -o in Italia?- nel 1978, di ostacolare l’attività religiosa e di tenere molte ricchezze per se e per la sua famiglia) fu che l’alleanza con NATO e USraele serviva solo a rovesciare Gheddafi e a prendere il potere: “I loro missili e aerei dominano il cielo, ma noi siamo padroni sul terreno, e loro non ci metteranno piede”. Vorrei incontrarlo ancora per chiedergli a chi sono andate le risorse energetiche, minerarie e idriche della Libia, nonché le sue riserve auree e monetarie, ma potrebbe sempre rispondermi che anche noi italiani siamo servi delle multinazionali di proprietà della grande finanza USraeliana.

Il brivido alla schiena mi viene invece ascoltando le argomentazioni degli amici sunniti (e nelle lotte per la libertà di Gaza e della Palestina né ho avuti tanti sia in Cisgiordania, che a Gaza , Italia, Grecia, Inghilterra, ecc.), contattati durante la preparazione delle manifestazioni contro la guerra alla Siria e all’Iran.
Brutalmente, il concetto instillato loro da qualche sciagurato capo religioso sunnita (che farebbe inorridire il Gran Mufti –sunnita- libanese, Mohammad Rashid che invece predica l’unità dei musulmani e la collaborazione con le altre religioni, compresa quella ebraica) e dai mezzi di persuasione di massa USraeliani e delle ricche dittature del Golfo è che il loro nemico è il mondo sciita e questa fase storica è la giusta occasione per liberarsi di loro; che la loro anima non è turbata dalla alleanza con il diavolo USraeliano, questa serve solo per sconfiggere gli sciiti, poi ci rivolteremo contro il diavolo e con la forza dell’Islam unificato sotto la nostra guida , faremo fuori anche lui. C’è una Sura in cui il profeta insegna al allearsi anche con chi prima ti era nemico se devi sconfiggere il nemico principale.
Ho cercato quella Sura, ma nelle parole del Profeta ho trovato solo l’esatto contrario (4), al punto da ritenere che chi afferma di compire attentati e massacri in nome di Dio, in Siria oggi come in Libia ieri, debba innanzitutto temere la collera di Dio.

Se non vi è, come amici musulmani mi garantiscono che non vi è, nessuna interpretazione del Corano che possa spingere alla lotta fratricida verso popoli monoteisti e tantomeno verso fratelli nella fede islamica, cosa spinge Hamas , che è un movimento profondamente legato alla fede, ad andare contro le parole del Profeta ? Perché Hamas, spinto dalla Organizzazione dei Fratelli Musulmani, entra nei ranghi militari e politici dei Sauditi, del Qatar, della NATO e del capo dei diavoli, USraele , che hanno inventato Al Qaeda usandolo per colpire l’Islam?
Penso che nella decisione di Hamas, che personalmente ritengo disastrosa, un ruolo importante possa averlo giocato il fatto che una più stretta alleanza con i Fratelli Musulmani, ora al governo in Egitto, e con Qatar, Arabia Saudita e Emirati, potrà garantire la rottura dell’assedio per il milione e mezzo di persone rinchiuse a Gaza, anche se finora la vittoria elettorale della Fratellanza musulmana in Egitto non ha modificato la condizione di soffocamento della Striscia di Gaza.
Non arrivo certo a giustificare la scelta di Hamas, tanto più che Siria e Iran e Libano attraverso Hezbollah hanno fatto miracoli per aiutare Gaza, ma non posso ignorare come la prima preoccupazione di un governo possa essere quella di risolvere le necessità, in questo caso drammatiche, del suo popolo.

La tattica dei fratelli musulmani, e ora anche di Hamas, è quindi contraria all’insegnamento del Profeta e non c’è manovra diplomatica e/o interesse immediato (dello schierarsi con il dio denaro che ora appare vincitore poiché governa “l’occidente globalizzato” ) che ne possa giustificare la gravità.
Qualora poi ci si trovi di fronte a mistificazioni strategiche (di utilizzare una alleanza con USraele & complici, per essere aiutati ad ottenere la supremazia su scuole di pensiero religioso di fratelli in fede e ad assumere il governo di tutti i paesi arabo-islamici o di ciò che ne resterà, per poi, da posizioni di maggior forza, combatterli e liberarsi di loro), non so come si possa evitare di ritenerle folli.

I programmi CFR, Bilderberg, Trilaterale, sono da anni in attuazione, e vengono continuamente rinnovati nei loro obiettivi; l’Islam, i paesi non globalizzati, gli usi e costumi come le culture religiose non sottomesse al dio denaro sono nemici da abbattere e/o soggiogare. Ogni stato, ogni popolo, ogni essere umano che viene da loro attaccato, mentre difende la propria sovranità difende anche quella di tutte le persone, Stati e religioni che non intendono sottomettervisi.
Per questo occorre difendere la sovranità del popolo siriano, che deve restare libero di decidere il proprio futuro.

(1) http://www.infopal.it/meshaal-accogliamo-con-favore-la-rivoluzione-popol…

(2) http://www.globalresearch.ca/new-military-doctrine-america-is-looking-fo…

(3) http://www.agerecontra.it/public/press/?p=13778

(4) http://www.al-islam.org/it/pace-jihad-islam/3.htm

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Testo di Fernando Rossi – 4 ottobre 2012 – TesteLibere.it

Reloaded by SyrianFreePress.net Network – 4 ottobre 2012

https://syrianfreepress.wordpress.com/2012/10/04/8712/

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