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ERDOGAN & BIBI, COMPAGNI DI MERENDE: LA TURCHIA PUNTA MISSILI CONTRO DAMASCO DAL NORD DELLA SIRIA, L’ENTITÀ SIONISTA DAL SUD.
Secondo un rapporto dell’ASI, nuovi sistemi missilistici sarebbero stati installati nell’area a nord della regione di Haifa, verso il confine libanese e siriano.
Tel Aviv ha definito queste manovre come normale atto di “routine”.
Il portavoce dell’esercito d’occupazione sionista parla di “dispiegamento di batterie di difesa anti-missile ‘Iron Dome’ (Cupola di ferro)” nel nord della Palestina, aggiungendo che si tratta solo di questioni di sicurezza per via del conflitto in corso in Siria.
Il dispiegamento di questi missili rivolti verso il confine sud della Siria avviene subito dopo l’installazione NATO delle batterie di missili Scud in Turchia rivolti verso il confine nord della Siria. Le giustificazioni pubbliche con cui vengono installate batterie missilistiche rivolte contro la Siria, sia in Turchia che nella Palestina Occupata sono le stesse, come medesime sono le vere ragioni di tali minacce.
6 batterie di missili (ognuna con circa 12 lanciamissili in dotazione) sono già operative dalla scorsa settimana (primi gi olandesi), e sono localizzate nelle città turche di Gaziantep, Adana e Kahramanmaras.
Silvan Shalom, vice primo ministro della colonia ebraica, sin da domenica ha iniziato a sgranare la solita litania minacciosa, dichiarando che a Tel Aviv sono pronti per un eventuale attacco contro la Siria se l’esercito siriano dovesse mai usare armi chimiche contro i “ribelli” (leggi “mercenari specializzati in azioni di terrorismo”).
Già Bashar Ja’afari, ambasciatore siriano all’Onu, in una lettera inviata al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon e al Consiglio di Sicurezza delle N.U., nel dicembre 2012 aveva espresso serie preoccupazioni da parte del governo siriano, dovute al fatto che armi chimiche erano state gia fornite ai terroristi (da parte di ditte turche specializzate nel settore) i quali le avrebbero potute utilizzare accusando successivamente (come avviene da tempo ormai dopo ogni atto terroristico compiuto dai mercenari che insanguinano la Siria) il governo di Damasco.
“Siamo davvero preoccupati che alcuni Stati, i quali sostengono pubblicamente e notoriamente i terroristi, riforniscano questi gruppi armati con armi chimiche, per poi affermare che esse siano state utilizzate dal governo siriano” dice Ja’afari nella lettera di cui sopra.
Gli ultimi avvenimenti riguardanti le strategie e tattiche militari, tanto al nord quanto al sud della Siria, rivelano palesemente la malafede e cattive intenzioni di alcuni attori dell’area mediorientale, delle quali Damasco era già consapevole e a conoscenza, nonchè attivata militarmente alla difesa.
Questi dispiegamenti congiunti, Ottomano-Sionisti, dimostrano comunque inequivocabilmente un fatto, che specialmente alcuni settori palestinesi, e gli internazionali che sostengono la causa palestinese, dovrebbero prendere in seria considerazione:
che la Turchia di Erdogan non è, nè è mai stata un amico sincero e fidato della Palestina e del popolo palestinese, del quale ha carpito la fiducia fingendosi “nemica” dell’Entità sionista, con la quale invece coordinava strategie militari e persino partecipava ad esercitazioni congiunte NATO nelle basi militari messe a loro disposizione in Sardegna, e le ultime manovre militari sui confini siriani lo confermano.
FFP – SyrianFreePress.net & TG24Siria.com Network at
https://syrianfreepress.wordpress.com/2013/01/29/14306/
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