.
AL DI LÀ DELLE FACILI ENFASI TRIONFALISTICHE DEL MOMENTO: EGITTO-USA-FRATELLANZA MUSULMANA E LA SECONDA “PRIMAVERA ARABA”
PERSA LA BATTAGLIA PER LA SIRIA, RINNOVATA LA LEADERSHIP IN QATAR, COMPITO DEL GENERALE AL-SISI È RASSICURARE USA E UE
*
Continua a non essere ben chiaro se quello egiziano sia un colpo di stato o una transizione pilotata.
E’ stato infatti deposto il presidente Morsi, un fantoccio nelle mani dei Fratelli Musulmani ma su licenza USA, ma è stato fatto con il sostegno popolare.
I generali che hanno preso la gestione diretta del potere in Egitto, rientrano nella categoria delle “aziende militari” sovvenzionate dai poteri occidentali compiacenti al sionisto internazionale.
Ogni anno infatti ricevono circa un miliardo e 300 milioni di sostegno militare (da USA & UE) senza il quale le forze armate egiziane non sarebbero in grado di rappresentare una delle più importanti elite militari del Medio Oriente.
L’industria militare egiziana, da cui dipende non solo la vita economica del paese, ma anche gli approvigionamenti in armi e munizioni a molti paesi africani, dovrebbe chiudere molte delle sue fabbriche.
Il finanziamento di quest’anno da parte nord-americana, emesso solo tre settimane fa, è stato giustificato come interesse primario statunitense più che come un sostegno a nazioni terze.
I militari infatti mantengono aperto e in sicurezza il canale di Suez, necessario sia all’economia egiziana che a molte altre nazioni legate a doppio filo agli Stati Uniti d’America, e quindi fondamentale per i commerci e scambi internazionali.
Uno dei compiti più urgenti del generale al-Sisi, capo di Stato Maggiore dell’esercito egiziano e nuovo uomo forte del paese in questo momento, resta quindi rassicurare USA ed Europa, veri padroni dell’Egitto, delle intenzioni “democratiche” del cambiamento egiziano.
Il primo e per ora unico paese a congratularsi con lui è stata l’Arabia Saudita: uno dei paesi meno “democratici” del mondo…
Se tutto non scivolerà in un conflitto civile tra fazioni armate, (cosa non impossibile, visto che le truppe islamiste estremiste necessitano comunque di un campo base, o “califfato in prova”), quando sarà finita la sbornia del momento, magari tra un annetto o due, assisteremo ad un’altra “primavera araba” di assestamento?
Perchè la casta militare al potere, abituata ad essere ben pasciuta in dollari e coperture belliche, non da’ segno di voler dettare un percorso che si discosti dalla linea atlantista sin qui seguita, per andare invece incontro ad un progetto pan-arabo di resistenza antisionista, l’unica via veramente percorribile per riscrivere la storia dei popoli di Medioriente e Africa in chiave indipendente e sovrana, liberi dalla scimmia sionista sulla schiena.
Questa è la vera sfida che attende l’Egitto, ed i rapporti che si svilupperanno nei prossimi mesi in campo di collaborazione internazionale, specie con le leadership siriane ed iraniane, indicheranno in che direzione va la bussola egiziana veramente.
.
Filippo F. Pilato per
http://www.syrianfreepress.net/
4 luglio 2013
.
.
.
.
.
.