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Potremmo anche tranquillamente dire che la mossa di Putin “Spiezza” (spacca) l’Occidente, non solo lo “spiazza”…(SFP Newsroom)
L’annuncio della riduzione delle forze russe sottintende due importanti questioni, una militare e una politica.
Dall’inizio dell’intervento nel settembre 2015 l’esito della guerra ha preso un andamento decisamente favorevole al governo di Damasco.
In realtà il trend positivo per Assad era cominciato già nel 2014, quando con l’ingresso delle forze del Califfato in Siria, molti disertori della prima ora erano rientrati tra le file dei governativi.
Le milizie del Free Syrian Army e degli altri gruppi di opposizione sempre più “islamizzate” dalla presenza di “volontari” stranieri, hanno perso per strada molto del ‘fascino’ iniziale.
L’idea di una Siria vittima di un complotto internazionale ha via via sostituito nell’immaginario collettivo l’icona di una ‘ribellione giusta e democratica’.
All’indebolimento del fronte militare anti-Assad sono seguite importanti vittorie delle Forze Armate siriane che hanno tamponato col tempo l’emorragia di uomini e territorio dei primi due anni di guerra.
Le vittorie militari dello Stato islamico nel conflitto siriano hanno comunque comportato un pesante arretramento di Damasco in molte regioni, mettendo a rischio la tenuta stessa dello Stato: la presa di Palmyra nella primavera del 2015 fece il giro del mondo.
È qui che s’inserisce l’intervento russo, orientato su tre linee:
1) superiorità aerea,
2) rifornimento di materiali ed equipaggiamenti,
3) assistenza e supervisione.
La combinazione dei tre fattori ha permesso di… … …
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